L’autostima è la valutazione che ogni persona fa di se stessa, è il calcolo del valore di sé in generale.
Essa non viene alimentata solo dalle approvazioni ottenute dall’esterno e da quello che gli altri pensano di noi, ma anche e soprattutto da ciò che abbiamo interiorizzato e che pensiamo e sentiamo nei confronti di noi stessi.
Alcuni autori utilizzano i termini di autostima sana e autostima distorta.
La prima corrisponde a una “benevola” valutazione si sé, in cui la persona riconosce le proprie risorse e si sente bene nonostante sia consapevole di avere anche dei limiti.
La seconda si riferisce sia a persone che si svalutano sia a persone che si ipervalutano.
E’ più usuale e, forse, più immediata la distinzione fra bassa autostima e alta autostima.
In questo caso un’alta autostima ( non va confusa con l’ipervalutazione di prima) viene considerata una visione sana di sé, in cui l’individuo si valuta in modo positivo e si sente bene per i suoi punti di forza. Questo non significa che egli non desideri essere in parte diverso, anzi, una persona che ha fiducia in se stessa, spesso vuole migliorare i suoi lati deboli e tuttavia accetta serenamente i suoi errori e le sue carenze.
Con un’autostima positiva si può tollerare il rifiuto perché si ha un supporto interiorizzato che sostiene, indipendentemente dall’opinione altrui.
Una persona con bassa autostima, invece, è convinta che ci sia poco in lei di cui andar fieri. La mancanza di autostima produce un bisogno continuo di sostegno esterno: il bisogno di essere stimato dagli altri.
La critica patologica
La critica patologica è la voce interiore negativa che ci attacca e ci giudica.
Ogni essere umano ha una critica interiore, ma gli individui con bassa autostima hanno una voce critica più giudicante e svalutante. La Critica ci colpevolizza per quello che va storto, ci confronta agli altri e alle loro abilità, sminuendo le nostre, stabilisce livelli di perfezione irraggiungibili, si ricorda di tutti i più piccoli fallimenti e dimentica invece qualità e successi.
La Critica interna si forma nell’infanzia sulla base delle relazioni con i genitori e con altri adulti di riferimento significativi.
Durante l’infanzia gli adulti ci insegnano quali comportamenti sono accettabili, quali pericolosi, quali sono moralmente sbagliati, premiando i comportamenti appropriati e punendo quelli inappropriati.
Per un bambino i genitori e gli adulti di riferimento in genere, sono il nutrimento materiale ed affettivo. Perciò avvertire che c’ è qualcosa che “non va”, è percepito come un rifiuto e suscita dolore e paura di perdere il sostegno e l’amore dei genitori.
Tutti i bambini crescono con residui emotivi generati da rimproveri e giudizi e conservano ricordi consci o inconsci delle circostanza in cui si sono sentiti sbagliati o cattivi. E’ da queste esperienze che trae origine la Critica. Questa cerca di proteggere la nostra parte vulnerabile del dolore e della vergogna “di essere meno di quanto dovremmo essere”. Cercando di evitare l’invidia e la critica esterna, ci prepara anticipatamente per risparmiarci la delusione e un eventuale rifiuto.
E’ anche vero che ogni bambino ha una sua sensibilità alle critiche e alle risposte degli adulti e inoltre i bambini leggono e comprendono i messaggi dei genitori con le capacità legate all’età.
La Critica, utilizzando il linguaggio dell’Analisi Transazionale, corrisponde al genitore Normativo Negativo.
Il nostro Io, però, ora che siamo adulti e non abbiamo più bisogno dell’amore e della protezione dei genitori per sopravvivere, ha delle buone possibilità per contrastare questa voce critica negativa e sostituirla con messaggi positivi più stimolanti per il raggiungimento dei nostri obiettivi e del benessere.
A volte anche esperienze emotivamente intense di fallimenti, rifiuti, abbandoni vissuti nella vita adulta possono far, conseguentemente, attivare una Critica patologica e far vacillare la stima di sé delle persone.
Migliorare è possibile?
Non è mai troppo tardi per migliorare l’autostima.
Da adulti, innanzitutto, possiamo prenderci cura del bambino che è dentro di noi, diventando genitori benevoli di noi stessi . Se decidessimo di coltivare l’autostima e metterci in azione davvero per migliorarle possiamo fare davvero molto.
Oltre all’aiuto personale che ognuno può dare a sé, vi sono altre modalità come per esempio la lettura di libri sull’argomento, partecipare a gruppi autostima, fare un percorso di terapia,..
Noi proponiamo in alcuni periodi dell’anno una giornata dedicata all’Autostima, in gruppo, dove oltre ad brevi spunti teorici portiamo a conoscenza delle persone tecniche e strumenti psicologici a favore della stima di sé. Alla fine dell’esperienza, la persona avrà in dotazione una “cassetta degli attrezzi” per accrescere la propria autostima e per continuare a coltivarla, giorno dopo giorno.
Scarica la favola dei Caldomorbidi.
Bibliografia:
James, Jongeward, Nati per vincere, Ed. Paoline
Strocchi, Autostima, Ed. Paoline
Miceli, L’autostima, Ed. Il Mulino
Andrè, Lelord, La stima di sè, Ed. Tea